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La monografia si sofferma su alcuni degli aspetti più drammatici e controversi della tormentata stagione della “Guerra Civile”, decostruendo alcuni dei miti ormai sedimentati nella coscienza nazionale. Dopo anni di martellante propaganda politica e di deformazioni storiografiche.
Al di là della retorica resistenziale, la celebrazione della Liberazione rimarrà sempre una celebrazione di parte, perché rievoca un movimento storico che non ha mai coinvolto la stragrande maggioranza degli italiani, ma solo una minoranza.
La solida realtà di quell’evento – al di là di ogni mitizzazione storiografica – fu la resa incondizionata, il tracollo del Regio Esercito, l’occupazione militare del suolo nazionale, la perdita dell’impero coloniale, dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia, le foibe, i bombardamenti terroristici alleati, le “marocchinate”, la distruzione di gran parte del patrimonio storico e artistico del Paese, il ritorno della Mafia al potere in Sicilia, oltre agli omicidi, ai furti e alle rapine e agli stupri perpetrati dagli eroici liberatori.
Introduzione di Valerio Benedetti. Postfazione di Gianluca Veneziani.