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Il grande gioco del Caucaso

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COD: ISBN: 9788885574991 Categoria:

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Piccolo, aspro e privo di ricchezze naturali: apparentemente, il Nagorno Karabakh è un territorio poco appetibile. Eppure, da trent’anni – ovvero dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, di cui faceva parte – armeni ed azeri hanno combattuto almeno tre guerre in campo aperto per il suo controllo, intervallate da una fragile pace armata. Per gli armeni – da sempre presenti nella regione – si tratta di rivendicare il proprio diritto all’autodeterminazione; per gli azeri, invece, è necessario mantenere i confini statuali fissati da Stalin. 

In questo sanguinoso confronto, apparentemente simile ai tanti altri che hanno punteggiato quello che fu il mondo sovietico, hanno giocato e giocano un ruolo di primo piano vecchie e nuove potenze, Russia, Turchia e Iran su tutte. Segno che, dietro la nascita della Repubblica di Artsakh – Stato non riconosciuto, figlio della vittoria armena nella guerra dei primi anni ’90 – ed il tentativo azero di riconquistare quei territori, si muovono interessi ben più grandi rispetto a quelli degli attori locali. Il Nagorno Karabakh si trova, infatti, in quel Caucaso ex sovietico dove si intrecciano alcune delle più importanti rotte energetiche del mondo: dai giacimenti del Caspio, del resto, giunge in Europa buona parte del gas – e del petrolio – che viene utilizzato quotidianamente. Controllare oleodotti e gasdotti, punti di transito e di smistamento – dunque – significa condizionare la vita e l’economia di intere Nazioni. 

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