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Il Primato Nazionale n°48 . Disobbedisco

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I fatti di cronaca sono in continua e frenetica evoluzione: avvio della campagna di vaccinazione di massa, passaporto verde obbligatorio in alcuni luoghi di aggregazione sociale, green pass ovunque, obbligo vaccinale. Il tutto nel giro di poche settimane. Senza alcun dibattito degno di questo nome, per giunta. Non c’è spazio per i dubbi, ma solo per i dogmi. E chi dissente, o esprime qualche perplessità, viene subito messo in mala voce e squalificato come «no vax». In pratica, come disse il «chiusurista» Andrea Crisanti, «l’agenda la detta il virus». Ecco perché il Primato Nazionale, riprendendo un celebre motto di Gabriele d’Annunzio, ha deciso di lanciare un appello forte e chiaro: «Disobbedisco».

«In questi mesi di chiusure, confinamenti e green pass, il sistema politico ha perseguito un solo obiettivo: spoliticizzare il dibattito pubblico. E cioè tappare la bocca a tutti», spiega Valerio Benedetti nel focus. Che poi aggiunge: «In società ad alto tasso di politicizzazione, si assiste alla polarizzazione delle posizioni e degli schieramenti.

Nelle società liberali, invece, la tendenza è quella all’esclusione sociale della dissidenza: chi non accoglie a porte spalancate i migranti è uno xenofobo; chi non tollera l’ideologia gender è un omofobo; chi rifiuta il certificato verde è un “negazionista”. In pratica, un “disumano” e un “sorcio” che – in quanto tale – va escluso dal consesso della cosiddetta “umanità”. Cedere a questo ricatto morale e cadere in questa trappola dialettica non è solo pericoloso: può essere addirittura fatale». Sulla stessa lunghezza d’onda è anche lo storico Franco Cardini, che ai taccuini del Primato Nazionale ha affermato: «La nuova oppressione è di marca liberale. Il 1984 di Orwell è arrivato da dove meno ce lo aspettavamo».

Contro quello che definisce «conformismo sanitario» si scaglia anche il direttore Adriano Scianca nel suo editoriale: «L’epidemia di Covid ci ha fatto regredire alla dimensione dell’infanzia. Sin dall’inizio, la gestione dell’emergenza ha puntato tutto sull’infantilizzazione: “lavati le mani”, “rientra presto a casa”, “stai distante dagli sconosciuti”, tutte raccomandazioni da mamma premurosa, rivolte peraltro ai soli adulti. Un pregiudizio che è diventato ovviamente autoavverante, perché chi viene trattato da bambino si infantilizza e chi è sottoposto a regole idiote tende ad aggirarle, il che comporterà regole ancora più idiote e tentativi sempre nuovi di farla franca».

Contro tutto questo si erge allora la figura di Gabriele d’Annunzio, a cui il Primato Nazionale ha voluto dedicare la copertina: il Vate, spiega Scianca, «ci ricorda l’esistenza di un altro modo di essere italiani. Un modo basato sul coraggio, sulla ribellione, sullo spirito di avventura, ma anche sulla disciplina, sullo spirito di sacrificio, sulla centratura in sé. Oltre le ossessioni uguali e contrarie dei sì vax / no vax, per un approccio solare, goliardico, laico, ma anche determinato, raccolto, mistico. Oltre lo Stato mamma, per una comunità in cui libertà e responsabilità sono due facce della stessa medaglia.

Il riferimento al Vate, del resto, non è casuale: «Mai come oggi c’è bisogno di riscoprire un altro modo di essere italiani. Anche per questo, il Primato Nazionale inaugura con questo numero un’iniziativa editoriale dedicata ai grandi italiani di tutte le epoche, a cominciare proprio da Gabriele D’Annunzio. Ogni mese, in edicola, troverete, oltre alla nostra rivista, anche un volumetto che ci ricorda chi siamo, chi siamo stati, chi potremmo ancora essere. Nuovi proiettili per il nostro arsenale spirituale, oltre la cappa del nuovo conformismo sanitario».

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