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Perché gli uomini combattono? Per scoprirlo, Jonathan Gottschall si immerge in un viaggio nella scienza, nella storia e nella letteratura della violenza, narrandoci di duelli all’alba, di sport al limite del suicidio, di arti marziali, di riti di iniziazione, di pugilato e di molto altro ancora. Quello che scopre è che più una società mette in mostra la propria violenza in contesti regolati, meno la violenza tracima poi davvero nelle strade. Il combattimento, insomma, è una strategia vincente, che ha consentito alla nostra specie di prosperare, stabilire le sue inevitabili gerarchie e minimizzare i rischi di uno scontro reale. Tuttavia, una cosa è scrivere della violenza, ben altra è provarla sulla propria pelle. Ed è proprio questo che ha fatto Gottschall: si è iscritto a un club di “arti marziali miste” ed è finito a fare un vero combattimento “nella gabbia”, di quelli con poche regole, se non quella, universale, di abbattere l’avversario. Solo dopo essersi preso la sua dose di botte, quindi, Gottschall si è messo a scrivere questo libro, con ben altra consapevolezza del tema. Il risultato è affine a quello del suo libro precedente, “L’istinto di narrare”: una prosa effervescente, ironica, un’erudizione che spazia dalla letteratura al fumetto passando per la biologia evoluzionistica, e un’infinità di storie vere che tengono il lettore incollato alla pagina. Il tutto racchiuso in un quadro concettuale estremamente originale.