La forma del guerriero. Scritti su Ernst Junger e Yukio Mishima

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I contributi raccolti nel presente volume, scaturiti in circostanze e contesti diversi, risultano attraversati da comuni suggestioni e dalla tensione costante a cogliere – lungo il percorso letterario-esistenziale di due fra i maggiori autori novecenteschi – un ininterrotto filo conduttore: il tenace propugnamento della ‘forma’. Se forma significa unità stabile di contro all’avvicendarsi magmatico molteplice e impermanente, kòsmos che si afferma sul chàos conferendogli ordine (secondo l’etimo originario greco di ‘buon ordine armonioso’), Ernst Jünger e Yukio Mishima ne sono stati rappresentanti esemplari: culto estremo della raffinatezza compositiva nell’esercizio rigoroso della scrittura e, parimenti, perseguimento di ‘stile’ etico rinviante al perenne archetipo guerriero. Solo così il grande vegliardo tedesco, sovrano architetto della parola, si è potuto calare nell’inferno dei conflitti mondiali sapendo utilizzare quell’immane bolgia di morte per costruirsi il proprio incrollabile habitus interiore. Con modalità diverse eppure animo analogo il poliedrico intellettuale nipponico ha scelto, in ultima istanza, il modello samuraico, cercando strenuamente di aderirvi a fronte della babele frenetica del Giappone odierno, colosso industriale americanizzato e mercificato. Entrambi possono dunque dirsi appartenere a pieno diritto alla schiatta aristocratica e alla morfologia eroica del guerriero.