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La religione romana in Valerio Massimo

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COD: ISBN: 9788831966306 Categoria:

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È consuetudine considerare la religione romana come un complesso di pratiche che non coinvolgevano la moralità dell’uomo, né le dinamiche psico-spirituali del suo animo, tutta la pietà religiosa si sarebbe risolta in un’oggettiva, quanto formale, esecuzione di riti, dove il soggetto risultava solo un indifferente, quanto asettico esecutore. Questa visione della religione romana, che ancora oggi è sostenuta da un ampio numero di studiosi, è stata però criticata e ampiamente revisionata durante tutta la seconda parte del Novecento e, in particolare, in questi ultimi decenni.
Hans-Friedrick Mueller, con questo libro sulla religione di Valerio Massimo, contribuisce grandemente a definire una visione più equilibrata e completa della religione dei Romani. Egli evidenzia molto bene, indagando accuratamente le scritture di Valerio Massimo, che sono gli Dei che richiedono al religioso praticante una rigorosa moralità. Essi sono attenti innanzitutto allo stato d’animo dell’uomo pio, che deve presentare purezza, pudicizia, fede e retta pietà, senza queste qualità virtuose non vi può essere una corretta pratica rituale formale. Come sottolinea chiaramente Mueller “il rispetto del testo di Valerio nei confronti degli dèi e della religione tradizionale” è cruciale e la religione secondo Valerio è strettamente dipendente dallo stato virtuoso dell’animo, dalla “sacralità della condotta morale”, sanctitas morum, e dunque dalla disposizione interiore che la persona religiosa presenta nei confronti del divino. “Valerio Massimo è un vero credente. Gli dèi tradizionali di Roma vivono, intervengono in questo mondo, sono potenti, desiderano un comportamento morale.”

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