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Con questo studio Tarmo Kunnas mette a fuoco in forma essenziale le diverse componenti che costituiscono la visione letteraria di Knut Hamsun (1859-1952): narrazione, tematiche, caratteri stilistici. Lo scrittore norvegese autodidatta, moderno ed “arcaico” al tempo stesso, viene qui inserito nel contesto sociale e culturale nordeuropeo dell’epoca ed analizzato attraverso il legame segreto quanto complesso tra la creazione artistica e gli esiti di una idea politica.
L’Autore svela non solo il carattere peculiarmente ambiguo dell’engagement di Hamsun, ma pure il senso di un’utopia dai contorni – di fatto – attuali: la lotta tra due concezioni del mondo identificate dal pensiero unico, egemonico, persuaso di poter calcolare, quantificare, pesare e misurare il tutto – ovvero il pensiero secondo il quale l’esattezza è la verità – e dalla visione invece consapevole che il mondo si presta ad interpretazioni molteplici, e che l’uomo permane umano solo quando è davanti all’Essere. Hamsun si pone dalla parte dell’inquietudine e della ricerca, dei profeti e degli artisti, di tutti coloro cioè che hanno saputo conservare un’innocenza: se è in primo luogo un creatore di miti, alla luce di questo saggio lo scrittore si rivela anche come il precursore di una strutturata sensibilità ecologica, nonché l’avversario di un’Europa materialista e mercantile nel nome dei valori umani universali.
Prefazione di Michel d’Urance. traduzione di Cristina Bardella.