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“Marco Materazzi – DEGNO DELLA MAGLIA” (Il Flabello Edizioni – 2006) prima ancora di raccontare una storia è esso stesso una storia. Già, perché l’Autore lo aveva praticamente finito ed era pronto per mandarlo in stampa e immetterlo sul mercato quando, in pochi giorni di quell’indimenticabile estate tedesca, quello che fino ad allora era “solo” un granitico difensore troppo spesso accusato di scorrettezza o addirittura di violenza, diventò per tutti i tifosi italiani il simbolo del trionfo: “l’Eroe di Berlino!”. E fu così che l’opera dovette essere praticamente rivoluzionata, aggiungendovi nuovi entusiasmanti capitoli (l’elevazione pazzesca contro la Cechia, l’ingiusta espulsione negli Ottavi di Finale, l’esultanza abbracciando l’arbitro dopo aver battuto la Germania padrona di casa e, naturalmente, la romanzesca Finale: il fallo da rigore, il gol del pareggio con dedica alla mamma che lo seguiva da Lassù, la celebre testata in pieno petto subita dall’avversario più temuto e più sleale, fino a quel penalty rasoterra che ha spianato la strada verso la Coppa), frutto sì della vena artistica di colui che più di ogni altro ha scritto libri sull’Inter, ma soprattutto delle emozioni suscitate in un appassionato che ha la fortuna di poterle descrivere e trasmettere su pagine di carta stampata. Storie intrise di aneddoti da cui emerge un personaggio molto diverso da quello dipinto dai Mass Media. Certo, grintoso e alla costante ricerca della vittoria, forse anche come rivalsa nei confronti di un’adolescenza complicata dalla tragica e prematura scomparsa della mamma, ma anche marito innamorato e papà affettuoso, sempre disponibile ad aiutare coi fatti, e non solo a parole, chi nella vita ha problemi più gravi di un pallone che colpisce un palo piuttosto che finire in rete. Questo libro mi ha talmente “catturato” che quando ho avuto l’occasione di conoscere l’Autore non ho perso l’occasione di raccogliere una sua dedica sulla mia copia, e anche se lui, modestamente, non vuole che lo si dica (perché non crede sia così), si tratta di un autentico capolavoro letterario (almeno per me), che fa capire come dovrebbero comportarsi tutti i calciatori per essere davvero “degni della maglia”.
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