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Palestina . Storia, spiritualità, resistenza

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Tratto dal libro
“Allorché, nel luglio 2006, al confine tra il Libano e l’entità sionista, alcuni
soldati sionisti furono uccisi e altri fatti prigionieri da Hezbollah dopo un
conflitto a fuoco, Israele scatenò la sua dirompente potenza di fuoco contro
tutto il territorio libanese, contro tutte le installazioni civili (ospedali, scuole,
strade, case, centrali elettriche ecc.) del paese dei cedri assassinando circa
1400 civili. Ma la fanteria dell’esercito sionista non riuscì a penetrare in Libano,
le difese militari di Hezbollah, sorprendendo tutti i governi imperialisti,
ricacciarono indietro il potente nemico, il quale, come dicevamo, sfogò la sua
rabbia impotente contro i civili libanesi bombardati e massacrati, tentando
anche di rinfocolare quella guerra civile fra cristiani e musulmani che tanti
danni aveva fatto al Libano. Ma il fiero popolo del paesi dei cedri non cadde
nel tranello e tutti, musulmani e cristiani, si strinsero attorno alla resistenza di
Hezbollah, la quale durante i 33 giorni di guerra inflisse durissimi colpi
all’esercito sionista (circa 130 soldati uccisi) e inondò di missili tutto il nord
dello “stato” sionista con una media di circa 100 missili al giorno…
Il 14 agosto 2006 le forze sioniste, non riuscendo a sfondare la frontiera
libanese, si ritirarono con la coda fra le gambe. La resistenza aveva ancora
una volta vinto. Il Segretario Generale di Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah,
poteva annunciare al mondo la vittoria del suo movimento e del Libano.
La situazione da allora a oggi, per il martoriato popolo palestinese, non è
cambiata: a Gaza, unica zona della Palestina interamente liberata – che Israele
tentò nel 2009 di rioccupare, ma fallendo – vi è un governo retto dal movimento
di Hamas, mentre la Cisgiordania, come dicevamo sopra, è ancora divisa
nelle tre aree di cui parlavamo, mente la maggior parte dei palestinesi,
quei 5 milioni di profughi sparsi in tutto il mondo arabo, ma non solo, sembrano
essere inesistenti per gli accordi capestro firmati a Oslo 19 anni fa.
Con il pensiero a tutti i martiri della causa palestinese, a tutti i prigionieri
che ancora oggi languiscono nelle carceri sioniste, ai palestinesi di Gaza e
della Cisgiordania, a tutti i profughi di questo eroico popolo che da quasi 70
anni resiste sparsi nel mondo e che un domani torneranno nella loro terra, alla
Santa Quds, ove InshAllah vedremo sventolare la bandiera del futuro stato
palestinese libero e sovrano, non possiamo che ricordare le parole che pronunciò
l’Imam Husayn (as) di fronte all’esercito di Yazid, il califfo usurpatore:
«Non accetteremo mai l’umiliazione! Non accetteremo mai l’umiliazione!”

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